Georg Wilhelm Friedrich Hegel
VITA E OPERA
Hegel nasce nel 1770 a Stoccarda. Studia teologia all'università di Tubinga, dove diventa amico di un filosofo, Schelling. Dà importanza ai valori della rivoluzione francese, come i principi della libertà e dell'uguaglianza.
Lavora come precettore privato a Berna.
Nel 1808 diviene direttore del ginnasio di Norimberga
Hegel muore a Berlino nel 1831
Il testo più importante di Hegel è la Fenomenologia dello spirito, scritto nel 1807.
Le tesi principali del sistema filosofico di Hegel parlano del bisogno di una rigenerazione morale e da una rigenerazione da un punto di vista religioso dell'uomo. Questo cambiamento porta a una possibile rinascita da un punto di vista politico.
Parte dalla religione del Nuovo Testamento, che vede come una nuova legge fondata sull'amore e porta a riconoscere l'importanza della vita interiore. Riconosce a Kant il merito di aver ricondotto la religione a una morale razionale (Kant non accettava la metafisica, per lui doveva essere tutto razionale).
L'IDEALISMO
Hegel fonda una corrente filosofica, l'idealismo.
L'idealismo si compone in tre parti:
- risoluzione del finito nell'infinito
- identità tra ragione e realtà
- funzione giustificatrice della filosofia
Di idealismo parla sia nella Fenomenologia dello spirito, ma anche in un'altra opera, l'enciclopedia delle scienze filosofiche.
In queste due opere Hegel identifica tutta la realtà con un soggetto spirituale infinito che si autoproduce, ovvero l'assoluto. Col termine assoluto Hegel indica l'infinito, l'idea, la ragione e lo spirito.
Queste si riconducono a Dio = l'infinito è Dio.
Il finito è visto come una manifestazione dell'infinito e un momento necessario dell'infinito, che si realizza attraverso delle tappe, e raggiunge la piena coscienza di sé soltanto al termine del percorso.
Il finito come tale non esiste, in quanto è manifestazione dell'infinito. Il finito esiste unicamente nell'infinito. Il finito come qualcosa di reale non esiste. Non si può studiare il finito se non in relazione dell'infinito. Esiste solo l'infinito. L'hegelismo, in questa prima parte, si manifesta come un monismo panteistico: si tratta di una teoria che vede nel mondo, quindi in qualcosa di finito, una manifestazione di Dio, ovvero qualcosa di infinito. Il mondo è la manifestazione di Dio.
Sulla base di questo presupposto, Hegel sviluppa il concetto successivo:
l'identità fra ragione e realtà, tra razionalità e realtà.
La razionalità è la forma stessa di ciò che esiste. La materia che compone la razionalità non è una forma caotica, ma qualcosa che ha una struttura.
Quindi la realtà è retta da una razionalità, da qualcosa che ha una struttura ben precisa.
Dunque esiste una coincidenza tra la razionalità e la realtà, la realtà segue la razionalità.
Questa coincidenza avviene attraverso un processo dinamico che è composto da tre fasi: tesi, antitesi e sintesi.
- Nella fase della tesi, l'idea si mostra nella sua purezza; è l'idea in sé e per sé, è l'idea nella sua essenza
- Nell'antitesi, l'idea si estranea da se stessa, si aliena, nel contrario dell'idea, ovvero la natura. L'idea entra, dunque, nella natura.
- Nella sintesi, l'idea torna in se stessa e nell'uomo per poi diventare autocoscienza.
Al momento della tesi, dell'antitesi e della sintesi, corrispondono rispettivamente tre sezioni del sapere filosofico: la logica, la filosofia della natura e la filosofia dello spirito.
Questa struttura triadica (tesi, antitesi e sintesi) costituisce la dialettica.
La dialettica viene definita in due modi:
- legge ontologica dello sviluppo della realtà (ontologia = studio dell'essere in quanto tale)
- legge logica di comprensione della realtà, ossia di comprensione del sapere.
Questo perché la dialettica afferma un concetto astratto nella tesi, poi lo nega nell'antitesi, per poi affermare l'affermazione del concetto con la sua negazione nella sintesi, in un'affermazione razionale, tramite un ragionamento logico che Hegel chiama superamento.
Questo superamento significa togliere e allo stesso tempo conservare.
Per Hegel, il compito della filosofia è prendere atto della realtà per comprendere le strutture razionali che costituiscono la realtà stessa.
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
Nella Fenomenologia dello spirito, Hegel sviluppa diverse fasi attraverso le quali lo spirito si manifesta e comprende se stesso.
Fenomenologia significa discorso su ciò che si manifesta, su ciò che appare.
Lo spirito è inteso come totalità del reale, ma anche come tutto quello che riguarda una dimensione propriamente umana.
In questo testo Hegel si distacca dal filosofo Schelling.
Schelling considerava l'assoluto come un'unità indifferenziata, dunque qualcosa che non può essere suddiviso; Hegel, invece, vede l'assoluto come una manifestazione finale di un processo in cui lo spirito acquista consapevolezza di se stesso attraverso un percorso che nega e allo stesso tempo supera una posizione di partenza.
Questo percorso, secondo Hegel, rappresenta il cammino dell'umanità compiuto durante tutta la storia e il cammino di formazione che ogni soggetto deve compiere per arrivare alla conoscenza.
La Fenomenologia dello spirito è divisa in due sezioni, suddivise secondo i tre momenti del processo dialettico che comprende la tesi, l'antitesi e la sintesi.
- La prima sezione si suddivide in coscienza, autocoscienza e ragione
- Nella sezione della coscienza si analizza quella che è la conoscenza degli oggetti che avviene attraverso la certezza sensibile quando il soggetto si trova di fronte un oggetto e lo considera come un'entità separata da se stesso. Dalla certezza sensibile si passa alla percezione, in cui l'oggetto viene considerato come una cosa e io soggetto posso attribuire a essa molteplici attributi. Dalla percezione si arriva all'intelletto, che permette all'oggetto di diventare propriamente oggetto della conoscenza. Dunque, se un oggetto diventa oggetto della conoscenza da parte di un soggetto, deve esserci necessariamente un soggetto. L'oggetto non può esistere senza un soggetto.
- L'autocoscienza si esprime attraverso diverse figure. La figura dell'appetito → desiderio di appropriarsi delle cose per affermarsi. L'autocoscienza, per potersi affermare, comprende di doversi scontrare con un'altra autocoscienza. Quindi avviene un rapporto conflittuale tra i soggetti che origina il secondo momento, la seconda figura. La figura del servo e del padrone → l'autocoscienza del padrone si impone su quella del servo e la rende schiava. Tuttavia questo rapporto si ribalta in un modo che Hegel definisce dialettico: il padrone si abitua a dipendere dal lavoro dei servi e perde la propria autonomia; i servi, attraverso il lavoro, acquistano piena consapevolezza della loro natura umana fino a quando il servo diventerà padrone del padrone. Dunque, l'autocoscienza del servo riacquista la propria libertà.
- La ragione rappresenta il pensiero filosofico. Hegel definisce la ragione come la certezza di ogni realtà, ossia la consapevolezza del soggetto di essere principio di tutte le cose, del reale. Questa certezza, inizialmente, è astratta e superficiale. Per diventare concreta, la ragione prima si realizza come ragione osservativa, che cerca se stessa nella natura, per poi diventare ragione attiva, ossia ragione che agisce nel mondo secondo una legge morale. Il soggetto, secondo Hegel, sperimenta un fallimento di fronte a una realtà che non riesce a renderlo felice. Per far questo, la ragione capisce che deve uscire dalla dimensione individuale ed entrare in quella collettiva. Questo passaggio permette alla ragione di diventare spirito.
2. Nella seconda sezione della Fenomenologia dello spirito, Hegel analizza il percorso compiuto dallo spirito una volta che il singolo soggetto capisce di essere unito alla collettività, quindi di far parte di un complesso sociale. Inizialmente lo spirito si manifesta nella eticità. L'eticità era tipica del mondo greco in cui c'era un'armonia spontanea tra l'individuo e la polis.
Questa armonia entra in crisi con il conflitto tra l'individuo e lo stato.Questo conflitto è rappresentato dalla figura di Antigone, che decide di seppellire il fratello morto nonostante il divieto del re. Il conflitto raggiunge il culmine nel momento in cui la rivoluzione francese sfocia nel terrore, in cui vi è una situazione di contraddizione da cui nasce il momento della moralità, in cui c'è maggiore consapevolezza del fatto che l'individuo fa parte dello stato.Dopo che lo spirito ha raggiunto la dimensione della moralità, lo spirito si manifesta nella religione e nel sapere assoluto.Il sapere assoluto coincide con la filosofia, in cui vi è un'identità fra il soggetto e l'oggetto.
ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE
Il sistema hegeliano si articola da un punto di vista filosofico in un testo chiamato Enciclopedia delle scienze filosofiche, in cui la filosofia viene vista come un'indagine che vuole indagare tutti gli aspetti della realtà e la struttura razionale della realtà viene identificata con l'idea.
L'idea ha varie manifestazioni:
- la logica → è la scienza dell'idea in sé: significa considerarla solo come razionalità pura, indipendentemente dal fatto che l'idea si concretizzi o meno nella realtà. Considerare l'idea pura significa considerarla nella sua essenza.
- la filosofia della natura → l'idea viene considerata fuori di sé, esteriorizzata nella realtà naturale. Si tratta dell'idea concretizzata, che entra nella natura, nella realtà materiale.
- la filosofia dello spirito → l'idea che ritorna in sé dopo essere stata in una realtà materiale.
Di cosa si occupano queste scienze?
La logica studia le leggi del pensiero e della realtà e, quindi, si identifica con la metafisica.
Hegel sostiene che il pensiero dell'uomo parte dai concetti più semplici fino ad arrivare ai più complessi: i concetti più semplici sono astratti, mentre quelli complessi sono i concetti concreti. Il pensiero umano arriva all'idea che comprende sia i concetti semplici che quelli complessi.
A questi tre passaggi (concetti semplici, complessi e l'idea) corrispondono i tre momenti fondamentali della logica:
la logica dell'essere, la logica dell'essenza e la logica del concetto.
Al primo passaggio corrisponde la logica dell'essere, che studia l'essere, il suo opposto (il nulla) e la loro sintesi, il divenire.
Al concetto del complesso, corrisponde la logica dell'essenza, che studia il fondamento dell'essere.
All'idea corrisponde la logica del concetto, in cui l'idea giunge alla piena comprensione di se stessa come pensiero razionale (l'idea diventa pensiero razionale, e, quindi, come struttura della realtà. Il pensiero scopre se stesso.
Nella filosofia della natura, l'idea viene studiata come idea fuori di sé, che si ribalta nel suo opposto (la natura). Hegel, per definire questo concetto, utilizza il termine alienazione, che in latino significa 'altro'.
L'idea, quando entra nella natura, infatti, diventa altro rispetto alla sua essenza.
Anche la filosofia della natura si articola in tre momenti: la meccanica, la fisica inorganica (chimica) e la fisica organica (biologia).
La biologia analizza le forme di vita partendo dalle formazioni geologiche fino alla vita vegetale e animale, per arrivare allo studio della vita dell'essere umano. Nell'essere umano l'idea ritrova se stessa nella coscienza e diventa spirito.
Nella filosofia dello spirito l'idea torna in sé ed è superiore all'idea in sé studiata dalla logica, perché l'idea non viene più concepita come qualcosa di astratto rispetto alla realtà, ma come incarnata nel mondo umano.
Anche la filosofia dello spirito si articola in tre momenti:
lo spirito soggettivo, lo spirito oggettivo e lo spirito assoluto.
Nello spirito soggettivo l'idea ritorna in sé, nella dimensione dell'individualità, che viene spiegata attraverso tre punti:
- attraverso l'antropologia → indaga lo spirito come organismo vivente
- attraverso la fenomenologia → studia la vita mentale del soggetto
- attraverso la psicologia → studia l'individuo che è diventato un soggetto libero: significa che l'individuo comprende che la propria libertà può essere realizzata solo grazie a una dimensione collettiva (rapporto con gli altri) e alle istituzioni, quindi alla società. Qui lo spirito diventa oggettivo.
Lo spirito oggettivo si articola attraverso il diritto, la moralità e l'eticità.
Nel diritto gli uomini sono in relazione fra loro perché seguono delle norme giuridiche e quello che conta è il comportamento esteriore.
La moralità nega tutto ciò che sostiene il diritto, crede che quello che conta sia l'atteggiamento interiore, dunque i motivi per i quali viene compiuta un azione.
Il diritto e la moralità vengono superati dell'eticità, che comprende: la famiglia, la società civile, lo stato.
La famiglia rappresenta il nucleo più semplice di aggregazione collettiva.
Nella società civile gli individui sono legati tra loro da interessi collettivi.
Nello stato, l'interesse del singolo è subordinato a un interesse più alto, che viene definito come una totalità superiore ai singoli individui. L'interesse più alto realizza pienamente i valori etici. L'interesse più alto è lo stato.
Nello spirito assoluto, lo spirito raggiunge la piena consapevolezza di sé attraverso la cultura, perché la cultura è l'espressione della vita collettiva di un popolo. Lo spirito assoluto si articola in arte, religione e filosofia.
Nell'arte lo spirito è raffigurato in una forma sensibile che, però, risulta inadeguata per poterlo rappresentare.
Nella religione lo spirito è espresso con miti e racconti, che vengono definiti forme del pensiero rappresentativo.
La filosofia è il manifestarsi dello spirito nella sua forma più adeguata.
Lo spirito si manifesta come pensiero concettuale, quindi non ha bisogno di altro per rappresentare se stesso.
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